Valutazione economica del Marchio Registrato per la cessione o licenza
La valutazione economica del marchio registrato è una relazione giuridico-tecnica, strumento necessario per operazioni e scelte aziendali.
Più in generale, prima di rappresentare come valutare correttamente un marchio , occorre preliminarmente spiegare alcune caratteristiche giuridiche del segno distintivo per eccellenza.
Il legislatore considera il marchio d’impresa un segno distintivo, con la funzione di consentire al pubblico di distinguere i prodotti e i servizi di un imprenditore.
La Legge stabilisce, infatti, il principio di territorialità, in base al quale il titolare del marchio nazionale registrato, ha diritto ad usarlo in via esclusiva nel territorio dello Stato e, al contempo, ha facoltà diimpedire ai terzi l’uso dello stesso segno o di altro simile nel medesimo ambito territoriale.
Tale diritto è, però, contemperato dal principio di specialità, in base al quale la registrazione esplica efficacia limitatamente ai prodotti o servizi indicati nella registrazione stessa ed ai prodotti o servizi affini.
L’art. 7 del D.Lgs. 30/2005 (legge sui marchi o LM) stabilisce che possono costituire oggetto diregistrazione come marchio d’impresa tutti i segni suscettibili di essere rappresentatigraficamente, in particolare le parole, i nomi di persona, i disegni, le lettere, le cifre, isuoni, la forma del prodotto o la sua confezione, purché atti a distinguere i prodotti o la dittao l’insegna di un’impresa da un’altra.
La registrazione del marchio può avvenire su scala nazionale, comunitaria ed internazionale.
Ebbene, le tre possibili modalità di tutela non si escludonoreciprocamente ed, anzi, consentono alle imprese la massima flessibilità, in modo da adeguare ilsistema di protezione alle loro necessità.
Audit sul marchio - verifiche preliminari
La valutazione economica del marchio passa, sostanzialmente, attraverso tre fasi: l’esame preliminare, l’esame giuridico – amministrativo e la scelta ed applicazione del metodo valutativo.
La prima fase è, scontata, ma volta a valutare se il marchio possieda un valore “autonomo”.
A tal fine, devono risultare soddisfatti i seguenti requisiti:
1) Registrazione - Registrabilità e Monopolio reale del marchio.
2) Appartenenza al Patrimonio aziendale e mancanza di contestazione di terzi.
3) Livello di investimento in riconoscibilità, brand e marketing.
4) Incidenza sull’economia aziendale e nel mercato di riferimento
5) Cedibilità del marchio
6) Validità ed efficacia del marchio sotto il profilo giuridico - e titolarità (registrazione del marchio)
Due diligence: verifica giuridico-amministrativa sul marchio
Nella seconda fase (due diligence), avviene l’esame giuridico – amministrativo del marchio.
Trattasi di indagine di grande importanza, normalmente effettuata da un Avvocato per la registrazione marchi, di diritto industriale.
Proprio tale esame consente, infatti, di individuare eventuali elementi distorsivi incidenti sul valore del marchio, passando anche attraverso: a) la verifica della copertura attuale e di futuro sviluppo, volta a valutare se esistano paesi in cui terzi detengano marchi identici che impediscano lo sviluppo; b) la verifica dell’eventuale esistenza di rifiuti, opposizioni e controversie che possano mettere a rischio il diritto di marchio.
Nella terza, ed ultima fase, avviene la scelta e l’applicazione del metodo valutativo e dei documenti valutabili.
Nelle scienze giuridiche, non esiste un metodo valutativo universalmente riconosciuto. La mancanza di un metodo “universale” è dovuta anche al fatto che non sempre sono disponibili tutti gli elementi necessari ed idonei per effettuare una valutazione uniformemente accettabile ed eventualmente da reiterare.
La valutazione monetaria del marchio, dunque, si incentra proprio sulla scelta dei criteri economici idonei ad individuarne il valore, quale elemento immateriale del capitale economico dell’impresa.
I Metodi valutativi del profilo economico del marchio
In estrema sintesi, i metodi valutativi possono distinguersi in due macro aree: metodi diretti e metodi indiretti.
I metodi indiretti consistono nello stimare il valore complessivo del capitale investito (comprendente tutti gli assets aziendali, materiali, immateriali e circolante), mediante metodologie di stima tradizionali (ad esempio con metodi finanziari o con metodi reddituali o misti patrimoniali-reddituali), dalla cui sommatoria viene sottratto il valore dei beni materiali e del circolante. L’aspetto critico di tali metodi è quello di non consentire la valutazione di ciascun singolo bene immateriale, masolamente una valutazione complessiva degli stessi.
I metodi diretti si distinguono, a loro volta, in tre approcci principali: quello del costo, quello economico e quello di mercato.
L’approccio del costo si basa sulla stima del valore degli assets attraverso la determinazione deicosti necessari per la loro formazione.
L’approccio economico si basa sui flussi imputabili all’asset immateriale e si compendia delle seguenti metodologie:il metodo dell’attualizzazione dei risultati differenziali attesi, che si basa sul concetto che il valore di unbene immateriale sia strettamente correlato con la sua capacità di generare rendimenti superioririspetto a quelli ottenibili senza tale bene ed il metodo del costo della perdita, che assume quale valore dell’intangibile oggetto di valutazioneun importo non inferiore al valore del “danno” che l’impresa verrebbe a sopportare nel caso in cuisi dovesse privare del bene immateriale.
L’approccio di mercato determina il valore del marchio mediante riferimenti a parametri mediamenteosservati in transazioni verificatesi sul mercato e sulla base della comuneesperienza di soggetti operanti sullo stesso.
La letteratura distingue fra i:
a) metodi basati sulle royalties, che evincono la stima del valore del bene immateriale attualizzando irisultati attribuibili alla stessa in funzione delle royalties ottenibili sul mercato dalla cessione inlicenza d’uso del medesimo;
b) Metodi fondati sui multipli, in base ai quali il valore dell’intangibile viene determinato ricorrendo amultipli derivati dal mercato, osservati in transazioni comparabili, applicati a determinatiparametri (ad esempio il fatturato, nel caso di un marchio, oppure il costo delle attrezzature ostampi necessari per produrre il bene, nel caso di un brevetto).
Esso è utilizzato in certuni settori diattività, oppure come criterio alternativo laddove non è possibile operare diversamente o, ancora, comecriterio di controllo di valori ottenuti con altri metodi. L’interpretazione dei risultati a cui pervienela stima va, ovviamente, effettuata con grande cautela, date le difficoltà che non di rado comportal’individuazione di società comparabili (a livello settoriale, di business e di struttura finanziaria).
Stima del Valore Economico di Cessione o Licenza di Marchio
Nel paragrafo precedente, si sono individuatele metodologie valutative maggiormente impiegate dai consulenti tecnici e Avvocati.
L’applicazione di idonei metodi valutativi che tengano nella giusta considerazione gli assunti sin qui sviluppati, risulta essere un compito assai complesso.
Peraltro, occorre rammentare che un unico criterio di stima potrebbe non essere la scelta più opportuna e funzionale alla singola fattispecie, mentre potrebbe rivelarsi utile un mix di metodologie, al fine di rappresentare al meglio il valore attuale del marchio, che si esprime quasi sempre in termini di valutazione e parere professionale.