Incendio in casa di riposo: omicidio colposo e responsabilità civile del Comune
Fatti della sentenza Cassazione Penale N. 40695/2024 ⚖️: Nel 2012, nella casa di riposo “Padre G. Ingrao” di Serradifalco (Caltanissetta), si sviluppò un incendio che causò la morte di un anziano ospite, F.F., disabile e fumatore. La struttura era di proprietà del Comune di Serradifalco ma gestita dal Consorzio di cooperative “P** V.”, tramite la cooperativa “A. ’89”.
Gli imputati erano:
A.A., direttore della casa di riposo e legale rappresentante della cooperativa (datore di lavoro effettivo);
B.B., sorella di A.A., incaricata della sicurezza antincendio (RSPP di fatto).
Il Comune era chiamato come responsabile civile.
🔹 Le accuse di omicidio colposo ed omissione di prevenzione
A.A. e B.B. venivano accusati di:
omicidio colposo (artt. 113, 589 commi 1 e 2 c.p.);
violazione di norme antinfortunistiche (D.Lgs. 81/2008 e D.Lgs. 139/2006);
mancata vigilanza sul divieto di fumo (art. 51 L. 3/2003);
assenza di certificato di prevenzione incendi, di impianto d’allarme, di illuminazione d’emergenza e di personale sufficiente.
🔹 Ricostruzione processuale del fatto
L’incendio, scoppiato nella notte, si sviluppò nella stanza di F.F., dove furono trovati un accendino e mozziconi di sigarette.
La vittima, con una gamba amputata e ridotta mobilità, morì avvolta dalle fiamme.
Non funzionavano né le luci d’emergenza né erano presenti rilevatori di fumo.
Il personale in servizio era uno solo per 27 ospiti, molti dei quali non autosufficienti.
🔹 Iter giudiziario dal primo al terzo grado di giudizio
Tribunale di Caltanissetta (2022): condanna di A.A. e B.B. per omicidio colposo, con responsabilità civile del Comune.
Corte d’Appello (2024): conferma la condanna, riduce la pena e la sospende.
Cassazione (2024): rigetta tutti i ricorsi → condanne confermate.
🔹 Motivazioni della decisione della Cassazione Pen. N. 40695/2024
1️⃣ Causa della morte
La Corte ha stabilito che la vittima era viva quando fu avvolta dal fuoco.
L’autopsia mostrava ustioni vitali e materiale combusto nei polmoni.
È stata quindi esclusa la tesi del “malore cardiaco” precedente all’incendio.
2️⃣ Responsabilità penale
A.A.: datore di lavoro effettivo ai sensi dell’art. 2 e 299 D.Lgs. 81/2008, con pieni poteri gestionali.
B.B.: aveva realmente svolto il ruolo di responsabile antincendio, come attestato da documenti e testimonianze.
Entrambi omettevano di vigilare su rischi conosciuti (fumo nelle stanze, presenza di disabili, mancanza di sistemi d’allarme antincendio).
La Corte ha ritenuto provata la colpa per omissione di misure organizzative e preventive, non solo formali.
3️⃣ Colpa accertata
La Cassazione ha sottolineato:
l’inadeguatezza del personale (1 per 27 ospiti);
l’assenza di vigilanza sul rispetto del divieto di fumo;
la mancanza di dispositivi di rilevazione incendio e piani di evacuazione.
Questi elementi costituivano una violazione grave delle regole di prudenza e sicurezza, direttamente collegata all’incidente mortale.
🔹 Responsabilità civile del Comune di Serradifalco
➤ Il problema giuridico
Il Comune, proprietario dell’edificio, aveva affidato la gestione della casa di riposo alla cooperativa.
Si è quindi discusso se potesse essere civilmente responsabile anche ai fini del risarcimento del danno, pur non avendo gestito direttamente la struttura.
➤ Decisione della Cassazione
La Corte ha confermato la responsabilità civile del Comune sulla base dell’art. 2049 del Codice civile, che prevede la responsabilità oggettiva dei committenti per i danni causati da chi agisce per loro conto.
In parole semplici:
Il Comune non è punito penalmente, ma deve risarcire i danni insieme agli imputati.
Non serve dimostrare la colpa diretta del Comune: basta che il danno sia legato all’attività che il Comune ha affidato alla cooperativa.
La Corte parla di “nesso di occasionalità necessaria”: il danno è avvenuto a causa dell’attività di assistenza affidata dal Comune e da esso vigilata.
➤ Perché è una responsabilità “oggettiva”
È detta così perché non dipende dalla colpa del Comune:
il Comune traeva beneficio e controllo dalla gestione del servizio pubblico (assistenza anziani);
aveva poteri di vigilanza sulla sicurezza e sul rispetto delle norme;
quindi risponde civilmente dei danni prodotti nell’ambito di quell’attività, anche se non ha commesso errori diretti.
In pratica:
Se un soggetto affida un servizio (come una casa di riposo) a un soggetto privato, ma mantiene poteri di controllo (come ad esempio la disponibilità fisica dei locali), risponde dei danni se quell’attività causa un evento lesivo.
È sufficiente che ci sia un collegamento tra l’attività affidata e il danno.
🔹 Principi di diritto affermati
Il datore di lavoro e il responsabile della sicurezza rispondono penalmente anche per omissioni organizzative e mancanza di vigilanza su rischi prevedibili.
L’art. 40 c.p. (“non impedire un evento che si ha l’obbligo di impedire equivale a cagionarlo”) va interpretato in senso solidaristico, specie quando si gestiscono soggetti fragili.
Il Comune può essere civilmente responsabile oggettivamente (art. 2049 c.c.) per il danno derivante da attività gestite da terzi ma sottoposte al suo controllo o interesse pubblico.
🔹 Responsabilità Civile del Comune come Committente
Ricorsi rigettati.
A.A. e B.B.: condanne penali definitive per omicidio colposo aggravato.
Comune di Serradifalco: condannato civilmente al risarcimento dei danni alle famiglie della vittima.