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Il rischio di Frode Alimentare nel mercato delle Uova

frode alimentare uovaCome tutti sanno, le uova sono un alimento essenziale per la nostra alimentazione, essendo ricche di vitamine e proteine.

Occorre sapere che non sempre le uova scadute sono nocive: in pochissimi casi, infatti, il consumo di uova andate a male conduce ad infezioni acute da salmonella; nella maggior parte delle ipotesi, invece, le uova possono essere consumate anche poco dopo la data di scadenza, che, anzi, è spesso “restrittiva” proprio per evitare lo sviluppo di elementi patogeni nocivi per l’organismo.

In ogni caso, è bene sapere che le uova fresche di giornata durano in media 15 giorni.

L’accortezza principale per garantirne la corretta conservazione è non sottoporre le uova a sbalzi termici: le uova del contadino, dunque, dovrebbero conservarsi a temperatura ambiente per non oltre 10 giorni.

Viceversa, le uova del supermercato, quando sono conservate nel banco frigo, devono essere conservate di nuovo in fresco; in tal modo, possono durare fino a 20 giorni.

Il Mercato Italiano delle Uova

Il mercato italiano delle uova vale un miliardo e mezzo di euro, con un consumo procapite di circa 218 pezzi l’anno.

In Italia, sono diversi gli operatori attivi nel mercato della produzione e distribuzione di uova: basti pensare a Coccodì, azienda leader nel settore avicolo fin dagli anni ’60; ad Ovofast, nata nei primi anni ’90 da un’azienda agricola a gestione prevalentemente familiare; ad Assoavi, associazione nata con lo scopo di tutelare e valorizzare la produzione e la commercializzazione dei prodotti avicunicoli.

Vi è poi il Gruppo Eurovo Spa, presente in tutta Europa con i propri stabilimenti, leader nel settore delle uova e degli ovoprodotti dal 1950.

I brand del marchio Eurovo offrono una vasta varietà di prodotti: si pensi alla grandissima diffusione dei marchi “le Naturelle”, “le Naturelle Biologico”, “Nonna Anita” ecc.  

In tempi piuttosto recenti, peraltro, il Gruppo Eurovo si è aggiudicato anche il noto marchio “Ovito”: l’azienda, infatti, grazie ad una società interamente controllata (Fattorie dell’Umbriasrl), è stata aggiudicataria del bando per l’affitto di due rami d’azienda della Alimentitaliani srl, in seguito al fallimento di dicembre 2017.

L’operazione ha, ovviamente, consentito l’ulteriore sviluppo del business del Gruppo attraverso il consolidamento della presenza nel centro Italia.

Basti pensare che il fatturato del Gruppo Eurovo ammonta, allo stato attuale, a mezzo miliardo di euro, con oltre 1.000 dipendenti nella sola Italia.

Circa il 20% del fatturato deriva, inoltre, da un’attività di export dall’Italia verso moltissimi paesi del mondo.

Ad ogni modo, non tutte le aziende utilizzano le stesse accortezze nella produzione e conservazione delle uova, talvolta ponendo in essere delle vere e proprie “frodi alimentari”.

Occorre, infatti, rammentare che la produzione, distribuzione o commercializzazione sul mercato di sostanze alimentari non genuine è penalmente rilevante e può integrare, a seconda dei casi, diverse fattispecie di reato.

Reati Alimentari come reati di pericolo

Nell’ordinamento italiano, vi sono una serie di norme poste a presidio della salubrità degli alimenti.

Il riferimento è, prevalentemente, alla legge 30 aprile 1962, n. 283 e agli artt. 440 e seguenti del codice penale.

Tendenzialmente, il trasgressore viene punito per il solo fatto di aver infranto le regole di legge, a prescindere dalla concreta messa in rischio della salute del consumatore.

Si tratta, infatti, di reati di pericolo, che dunque si realizzano a prescindere dal fatto che il consumatore abbia effettivamente patito conseguenze fisiche dall’ingerimento delle sostanze alimentari.

Per quanto riguarda la l. n. 283/1962, vengono in rilievo gli artt. 5 e 6.

L’art. 5 vieta di detenere, utilizzare, vendere, somministrare, sostanze alimentari: “a) private in parte dei propri elementi nutritivi o mescolate a sostanze di qualità inferiore; b) in cattivo stato di conservazione; c) oppure contenenti cariche di microbi superiori a quanto consentito; d) o comunque nocive; e) [abrogato] ; f) colorate in modo non autorizzato; g) con aggiunta di additivi chimici non autorizzati; h) contenenti residui tossici utilizzati in agricoltura.”

Ovviamente, per quel che in tale sede interessa, può accadere che le uova vengano vendute “in cattivo stato di conservazione”, ad esempio quando la data di scadenza venga alterata o quando vengano utilizzate uova scadute per fornire preparati ad altre attività.

L’art. 6 della stessa legge punisce con sanzione pecuniaria la produzione, il commercio e la vendita di sostanze tossiche, additivi e surrogati senza la prescritta autorizzazione ministeriale.

I reati più gravi in materia alimentare sono, tuttavia, contenuti nel codice penale.

Adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari

Anzitutto, il reato di Adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari  ex art 440 c.p., sanziona l’adulterazione e la contraffazione di acque e sostanze alimentari, che si ha quando l’agente, con condotta fraudolenta volta ad occultare la scarsa genuinità del prodotto, lo “adulteri” o “contraffaccia” impedendo al consumatore di percepire lo stato alterato della sostanza.

Anche la mera detenzione ai fini commerciali di sostanze alimentari, non contraffatte né adulterate, è penalmente rilevante ai sensi dell’art 442 c.p., allorché cagioni un rischio per la salute dei consumatori finali.

Vendita di prodotti con caratteristiche diverse da quelle dichiarate

Oltre alle frodi alimentari con profili strettamente sanitari, esistono poi frodi di tipo squisitamente commerciale: il riferimento è all’art 515 c.p., attenente alla vendita di prodotti con caratteristiche diverse da quelle dichiarate (c.d. “aliud pro alio”), e all’art 517 c.p., inerente alla vendita di prodotti con segni distintivi mendaci (si pensi ad esempio ad un origine o trattamento diverso da quello dichiarato come nel caso di salsicce del norcino o porchetta di ariccia che danno luogo a responsabilità penale).

Normalmente, di tali fattispecie delittuose rispondono i rappresentanti e gli amministratori delle imprese alimentari.

Solo in apparenza, dunque, si tratta di reati “comuni”: di fatto, i reati alimentari vengono commessi prevalentemente dai titolari delle imprese.

Con l’evoluzione del commercio, dovuta ad una catena alimentare sempre più globalizzata, i controlli si sono intensificati, nel tentativo di reprimere quanto più possibile i reati in materia alimentare.

A tal fine, anche i Nas deiCarabinieri svolgono in loro lavoro in prima linea.

Le indagini ed ispezioni dei Carabinieri

In varie occasioni, ii Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dell'Arma hanno effettuato dei veri e propri blitz, volti a “scovare” attività illecite nella realtà del settore avicolo.

Le verifiche, di tipo amministrativo-sanitario, hanno interessato sia il versante della produzione sia quello della distribuzione: i militari hanno trovato “situazioni di sovraffollamento nella stabulazione degli animali, mangimi in cattivo stato di conservazione, uova vendute per qualità diverse da quelle possedute, prive di tracciabilità o con stampigliature fuorvianti, detenute in condizioni e ambienti non idonei, in alcuni casi in strutture abusive”.

Le conseguenze sono state durissime: dalla sospensione sino alla chiusura delle aziende, con sequestro di circa 8 milioni di uova, oltre a mangimi, galline e senza tralasciare le denunce per maltrattamento di animali e frode in commercio.

I Carabinieri hanno verificato anche l’eventuale uso di sostanze non consentite, non solo in riferimento a disinfettanti ed insetticidi, ma anche all’uso indiscriminato di antibiotici e medicinali.

Nas e Carabinieri hanno concluso che: “gli interventi hanno consentito di individuare situazioni di significativa gravità e di impedire la prosecuzione di condotte lesive della lealtà commerciale e di potenziale pericolo per la salute, come la mancata adozione delle misure di bio sicurezza, previste dai piani di controllo e sorveglianza per la prevenzione dell'influenza aviaria”.

Nel vortice dei blitz è finito anche uno dei soggetti principali del settore, accusato di allevamenti crudeli in batteria: l’accusa prendeva le mosse da un video dell’inchiesta di Essere Animali, in cui venivano riprese galline malate colpite con un bastone, brutalmente uccise e poi lasciate giacere presso una delle aziende del gruppo.

In conclusione, occorre prestare molta attenzione al settore della produzione e distribuzione delle uova, sia per ciò che attiene alla salute del consumatore che per quanto riguarda le attività delle aziende produttive.

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