Indennizzo Furto in Abitazione
Quando si subisce un furto in abitazione, il primo pensiero è rivolgersi alla propria compagnia assicurativa per ottenere l’indennizzo previsto in polizza. Tuttavia, non sempre il percorso è semplice: spesso sorgono contestazioni sulla prova del possesso dei beni, sul loro valore e sull’operatività della garanzia assicurativa.
Il caso analizzato oggi riguarda un assicurato che, dopo aver denunciato il furto di beni di valore, ha dovuto intraprendere una lunga battaglia legale contro la propria compagnia per ottenere quanto gli spettava.
Il caso concreto: furto e richiesta di indennizzo
L’assicurato e la polizza “Multirischi Casa e Famiglia”
Il cliente aveva stipulato una polizza denominata Multirischi Casa e Famiglia, valida dal settembre 2015 al settembre 2016, che copriva, tra l’altro, il rischio di furto e rapina all’interno dell’abitazione.
Il 20 luglio 2016 subiva un furto nella propria casa con la sottrazione di orologi di pregio, gioielli e denaro contante, per un valore complessivo di circa 50.000 euro. L’assicurato denunciava immediatamente l’accaduto sia alle autorità che alla compagnia assicurativa.
La contestazione della compagnia
Nonostante ciò, la compagnia assicurativa rifiutava l’indennizzo sostenendo che:
mancava la prova certa della proprietà dei beni sottratti;
la documentazione prodotta (copie di certificati) non aveva valore probatorio sufficiente;
pertanto, non sussistevano i presupposti per l’obbligo di pagamento.
L’azione legale promossa dall’assicurato
La richiesta al Tribunale
Stanco dei continui dinieghi, l’assicurato decideva di citare in giudizio la compagnia, chiedendo la condanna al pagamento di 50.000 euro o altra somma determinata in corso di causa, oltre interessi e spese legali.
Le difese della compagnia
La società assicurativa ribadiva la propria posizione, sostenendo che l’attore non avesse assolto all’onere probatorio richiesto per ottenere l’indennizzo.
Quadro giuridico: onere della prova nei contratti assicurativi
Cosa dice la legge
Secondo l’art. 1218 c.c., chi agisce per l’adempimento contrattuale deve provare la fonte del diritto e allegare l’inadempimento della controparte. Spetta invece al debitore (in questo caso la compagnia assicurativa) dimostrare le cause che escludono o limitano l’obbligo di pagamento.
La giurisprudenza consolidata
La Cassazione (tra le altre, sent. n. 1558/2018 e n. 30656/2017) stabilisce che:
l’assicurato deve dimostrare che il danno rientra tra i rischi coperti dalla polizza;
l’assicuratore deve invece provare l’esistenza di una causa impeditiva (es. dolo, colpa grave, esclusioni contrattuali).
Nel caso di specie,in sostanza, non sono emersi elementi di fatto da cui desumere la sussistenza in capo al danneggiato della grave negligenza richiesta dalla legge al fine di escludere l'attivazione dell'obbligazione indennitaria in capo alla Compagnia assicurativa.
Di contro, la compagnia assicurativa convenuta, all'esito del giudizio non ha provato l'esistenza di alcun fatto impeditivo o estintivo del diritto all'indennizzo azionato dall'attore, potendosi ritenere, quindi, del tutto irrilevanti le sollevate eccezioni ai fini del presente giudizio.
Le prove in giudizio: documenti, testimoni e perizia
Denuncia e certificazioni
L’assicurato produceva la denuncia di furto presentata ai Carabinieri e le certificazioni relative agli orologi e ai gioielli rubati.
Testimonianze
Due testimoni confermavano l’effettivo possesso dei beni da parte dell’assicurato e la loro custodia all’interno dell’abitazione.
Consulenza tecnica d’ufficio (CTU)
Il giudice disponeva una perizia tecnica. Il CTU concludeva che:
la documentazione prodotta era autentica;
il valore dei beni, rapportato al mercato del 2016, ammontava a circa 30.000 euro;
applicando lo scoperto contrattuale del 10%, l’indennizzo riconoscibile era da commisurarsi entro i limiti della polizza.
La sentenza del Tribunale di Napoli Nord
Decisione finale
Il Tribunale ha accolto parzialmente la domanda dell’assicurato:
riconosciuto il diritto all’indennizzo;
determinato l’importo dovuto in 30.000 euro, oltre interessi legali;
condannato la compagnia anche al pagamento delle spese processuali, compensate in una certa percentuale vista la differenza tra la somma richiesta (50.000 euro) e quella riconosciuta.
Cosa insegna questa decisione
Rilevanza della prova del possesso dei beni
La sentenza conferma che la prova della proprietà dei beni sottratti è l’aspetto centrale in un contenzioso di questo tipo. Conservare scontrini, certificati di garanzia e documentazione fotografica è essenziale.
Valore dei beni rubati tramite CTU
In assenza di elementi oggettivi immediatamente disponibili, la perizia tecnica può rappresentare l’unico strumento per dare certezza al valore del danno.
Limiti della copertura
Il caso evidenzia anche l’importanza di verificare attentamente i massimali previsti dal contratto assicurativo: se la polizza prevede un tetto massimo di indennizzo, l’assicurato non potrà ottenere oltre tale limite.
Consigli pratici per chi stipula una polizza casa
Per evitare problemi in caso di furto o danni, è opportuno:
conservare in modo ordinato tutti i documenti di acquisto dei beni di valore;
predisporre un inventario fotografico aggiornato;
verificare i massimali di copertura e, se necessario, richiedere un aumento;
in caso di furto, denunciare immediatamente l’accaduto alle autorità e avvisare la compagnia entro i termini previsti;
affidarsi, se necessario, ad un avvocato esperto in diritto civile per la tutela dei propri diritti.