Cemento a confronto nelle diverse epoche
Sono arrivate sino ai giorni nostri tantissime costruzioni che i Romani realizzavano con il calcestruzzo.
Come scriveva Cicerone, si trattava di un “concretum corpus ex elementis”, cioè di un “corpo composto di elementi diversi”. Tale definizione ricorda, infatti, il significato della parola “conglomerato”, talvolta utilizzata nella lingua italiana proprio in luogo del vocabolo calcestruzzo.
Anche in Plinio il Vecchio e in Vitruvio troviamo numerose descrizioni delle componenti di questa miscela.
Ma, la domanda è: perché il cemento o calcestruzzo degli antichi romani era così forte e perché invece - spesso - le costruzioni dei giorni nostri possono non resistere anche a lievi scosse di terremoto?
Il segreto sta negli ingredienti…Ma quali erano e quali sono?
Il cemento dei romani
Le costruzioni romane hanno resistito millenni e anche all’azione di erosione dei mari; si pensi alle infrastrutture portuali rimaste intatte sino ai giorni nostri.
Non a caso, proprio Plinio il Vecchio, parlando del cemento romano, lo descrive come “inespugnabile alle onde marine e ogni giorno più resistente del giorno precedente”.
E, in effetti il calcestruzzo dei romani si è dimostrato davvero in grado di sopravvivere nei secoli e, allora, molti scienziati si sono chiesti quale fossero gli ingredienti di una miscela tanto resistente e duratura.
Ebbene, è stato scoperto che la ricetta dei romani era un mix di cenere vulcanica, calce (ossido di calcio), acqua di mare e grumi di roccia vulcanica.
La moderna ricerca scientifica ha evidenziato che la forza di quel calcestruzzo deriva proprio dalla reazione dell’acqua di mare con il materiale vulcanico.
Questo sarebbe il segreto dell’antico calcestruzzo.
Perché non replicare la miscela, dunque?
Perché, purtroppo, conosciamo gli ingredienti del mix, ma non siamo stati ancora in grado di quantificarne le dosi.
Insomma, il cemento dei gli antichi romani è un mistero anche per la moderna edilizia!
Quante ne sapevano!
Il moderno calcestruzzo
Purtroppo, non solo non conosciamo la ricetta del cemento degli antichi romani, ma recenti episodi di cronaca hanno messo in luce il fatto che spesso il moderno calcestruzzo risulta essere persino scadente.
Il devastante terremoto di Amatrice, ad esempio, ha avuto gli esiti che conosciamo - pare - anche perché si risparmiò sulla qualità del calcestruzzo.
“Già da una prima impressione – ribadì all’epoca Antonello Salvatori consulente della Procura — si era capito che c’erano problemi di ancoraggio dei pilastri e di qualità del calcestruzzo. Un terremoto dalla potenza comune, non eccezionale per l’Appennino italiano, provocò crolli di rilevante portata”.
E, come scrisse il sostituto procuratore Fabio Picuti, in una voluminosa memoria consegnata al giudice per le udienze preliminari dell'Aquila: “Dieci condomini si trasformarono in tombe per errori di progetto e di calcolo delle strutture, violazione delle norme antisismiche e soprattutto scadente qualità del calcestruzzo”.
Sempre all’Aquila, dopo le verifiche effettuate sui materiali delle villette, secondo la Procura ed il gip, risultava che erano state falsificate le prove sul cemento armato.
Infatti, il calcestruzzo col quale erano state realizzate le villette private, presentava una resistenza inferiore rispetto ai valori di progetto e della normativa vigente.
Insomma, il calcestruzzo risultava scadente rispetto a quello che avrebbe dovuto essere impiegato per la costruzione di quelle stesse abitazioni, private, ma anche pubbliche.
Insomma, ancora oggi non vengono rispettate le più elementari norme di sicurezza in materia di costruzioni, nonostante il fatto che i nostri antenati ci abbiano consegnato una ricetta tanto millenaria quanto leggendaria.
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