Gogna Mediatica e Marketing Giudiziario
E' ormai invalso nell'uso comune, assistere ad un cieco giustizialismo sui vari canali di comunicazione.
Molto spesso tutto parte da un'indagine in corso (come trapelata dagli Uffici di Procura?).
Circolano veloci e sommarie informazioni circa un dato evento, che dovrebbe interessare l'opinione pubblica, e che magari non è nemmeno suffragato da alcun dato processualmente rilevante, o completo.
In poco tempo i lettori poco accorti, si ritrovano ad aver già idealmente condannato il fatto, o peggio ancora la Persona.
Eh si, perchè dietro ogni procedimento penale c'è una persona, con dignità di essere ritenuta non colpevole fino ad una sentenza passata in giudicato.
Viene da chiedersi se allora, tutta questa rincorsa al clickbait, all'audience, allo scalpore, faccia bene ad uno stato di diritto.
Se è vero che l'indagine penale è segreta (salvo particolare nulla osta richiesti ed ottenuti dagli Avvocati), è conseguentemente vero che la stampa non dovrebbere mettere in chiaro nome e cognome della persona offesa, o peggio ancora della vittima.
Anche perchè, diciamocela tutta, il lettore medio non verifica tutte le informazioni acquisite, ne può operare un controllo sulla completezza dei dettagli forniti e dagli inquirenti e dalla stampa (peggio ancora dai telegiornali che per scarsità di tempo tendono a selezionare e sintetizzare la notizia all'inverosimile).
Semplificare è un bene, limitare e fuorviare no.
Sostituire la prova al di là di ogni ragionevole dubbio con insinuazioni, con frasi lasciate aperte all'immaginazione del lettore, non rispetta la nostra Costituzione, che all'articolo 27 prevede: "La responsabilità penale è personale. L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato".
Il dovere di cronaca, la libertà di stampa, cedono necessariamente il passo al diritto dell'imputato di veder tutelata la propria dignità.
Se non altro perchè, come si anticipava l'art. 329 del codice di procedura penale stabilisce, che gli atti di indagine compiuti dal pubblico ministero e dalla polizia giudiziaria sono coperti dal segreto fino a quando l'imputato (o l'indagato) non ne possa avere conoscenza e, comunque, non oltre la chiusura delle indagini preliminari.
Non si può accettare che il processo penale degradi a talk show.
Si tenga anche conto, fa bene pensarci, che crediamo tutti di non appartenerci mai il problema.
Finchè non capita a se stessi, ad un parente, ad un amico.
Rispettare il diritto altrui, equivale a tenere una coscienza sociale che preserva i diritti di tutti.
Occorre recuperare il tema dei diritti civili, la tutela dell'onore e della dignità, anche nel processo penale, contro ogni illegittimo marketing giudiziario alla ricerca di popolarità di questa o quella Autorità.