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La Solitudine dell'Avvocato

I risultati della ricerca del prestigioso magazine Harvard Business Review hanno dimostrato che la categoria professionale più a rischio di sentirsi sola è quella degli avvocati.

La solitudine ha effetti nocivi sull’economia globale

In passato, altre ricerche scientifiche avevano evidenziato gli effetti nocivi della solitudine sull’economia.

Sul sistema sanitario nazionale, un soggetto che soffre di solitudine grava al pari di uno che fuma quindici sigarette al giorno quanto a costi per interventi curativi a carico dello Stato.

In termini di impatto sulla produttività, invece, l'Avvocato (ed in generale qualunque lavoratore) che soffre di solitudine tende a rendere di meno e ad interrompere precocemente la carriera perché si sente poco gratificato, e questo si ripercuote economicamente sui collaboratori e/o datore di lavoro, ottenendo risultati più scarsi.

La domanda però da chiarire era fossero le categorie professionali più sensibili alla solitudine lavorativa, per poter mettere in atto misure di contenimento adatte.

Ci ha pensato il periodico della celebre Università statunitense, intervistando 1624 lavoratori americani su 4000 selezionati per il sondaggio, allo scopo di conoscere quali fossero i mestieri più deprimenti e quali le strategie auspicate per risollevare il morale ai lavoratori che si sentono abbandonati.


Ricorda: Nessuno degli affetti, neanche i più stretti compreso il partner, potrà mai comprendere fino in fondo la professione forense. La solitudine è una componente intrinseca dell'Avvocato.


Anche chi guadagna molto soffre la solitudine

Nel campione di lavoratori preso ad esame, lo studio pubblicato nel marzo 2018 ha isolato quelli che lamentavano una scarsa soddisfazione professionale, poca prospettiva di promozione e una maggiore probabilità di smettere il lavoro entro sei mesi, evidenziando che né il genere né la provenienza geografica sono fattori che incidono sulla sensazione di solitudine.

Nemmeno il salario sembra essere importante quando ci si sente soli sul lavoro. Stando ai risultati dello studio, coloro che guadagnano abbastanza da dormire sonni tranquilli, sono appena il dieci per cento in meno infelici di quelli che guadagnano la metà.

Vita privata insoddisfacente porta a sentirsi soli anche sul posto di lavoro

A quanto pare, quei lavori che incidono sulla serenità familiare portando a separazioni e conflitti per via dell’assenza o del nervosismo producono una maggiore sensazione di solitudine, perché riflettono la solitudine della vita privata e sociale in quella lavorativa.

Ad esempio, i lavoratori che non hanno figli, quelli omosessuali che tendono ad escludere gli eterosessuali dalle loro frequentazioni o coloro che non vanno regolarmente in chiesa, affermano di sentirsi più soli, così come incide l’elevato tasso di istruzione.

Più cresce il livello di specializzazione, più il lavoratore tende a sentirsi isolato dal resto del gruppo.

Ingegneri e ricercatori scientifici gli altri professionisti soli

Ma quali sono queste categorie professionali così sensibili alla solitudine?

Al primo posto ci sono i lavoratori del settore legale, seguiti a distanza da chi lavora nel campo dell’ingegneria prima e della scienza poi.

Per gli addetti ai lavori il risultato non è sorprendente poiché non è la prima volta che sondaggi commissionati dalle varie associazioni dimostrano che i lavoratori più soggetti a depressione sono proprio gli avvocati.

Esiste anche un sito web dedicato agli avvocati che si sentono soli: Lawyers with Depression

Un avvocato americano particolarmente colpito dal fenomeno, Daniel Lukasik, ha ideato “Lawyers with Depression”, un sito web di supporto ai suoi colleghi che si sentono soli, professionalmente e nella vita privata.

La sua spiegazione sul non invidiabile primo posto degli avvocati nella top ten dei mestieri più isolanti, è affidata al fatto che se prima gli avvocati trascorrevano molto del loro tempo dedicato alla preparazione dei casi nelle biblioteche, spulciando tomi colmi di precedenti giurisprudenziali, ora questa abitudine è stata sostituita dalla consultazione di banche dati via web.

Una soluzione forse professionalmente più vantaggiosa, rapida ed economica, ma sicuramente meno proficua dal punto di vista umano, perché vengono a mancare tutte quelle occasioni propizie di socializzazione che si potevano verificare passando ore gomito a gomito con gli altri utenti della biblioteca.

Inoltre, le energie degli avvocati sarebbero sempre più assorbite dagli appuntamenti e dai frequenti imprevisti, e la conseguenza è meno tempo libero da passare insieme a famiglia e amici e un progressivo trasferimento delle tensioni lavorative anche in ambito extra-lavorativo.

Felicità Ambientale e contesto lavorativo

Va poi considerato come la professione di avvocato, oramai completamente individualizzata a causa della ristrettezza economica dilagante della maggior parte degli studi legali, subisce fortemente il cd. fenomeno della (in) felicità ambientale.

Tale concetto sta ad indicare l'influenza del contesto nell'umore di base del soggetto. Infatti, essere a contatto sempre e quasi solamente con problemi, ed in ogni caso con temi molto seri, incide fortemente sullo stato mentale del professionista.

Quali sono i mestieri meno isolanti?

Al contrario, chi si sente meno solo al lavoro in genere svolge mansioni che implicano un ripetuto contatto con il pubblico e dunque largo all’allegria tra chi si occupa di vendite e marketing.

In generale, lavorare per una impresa fa sentire gli impiegati sostenuti e valorizzati perché devono tendere ad un risultato che può influire sul salario, motivo per cui i dipendenti statali che non possono contare sui premi di produzione non sono altrettanto felici.

Alla fine, almeno per quanto riguarda il lavoratore americano medio, il ritratto che ne esce è quello dell’avvocato single e senza figli, con un elevato livello educativo e alle dipendenze del Governo, tendenzialmente omosessuale e non religioso.

Incentiva a migliorare il rapporto tra colleghi

Peccato che i risultati di questo interessante studio, che si prefiggeva di mostrare le soluzioni del fenomeno, non abbiano in realtà consigliato una vera e propria strategia sociale per rimediare alla dilagante solitudine tra gli avvocati.

Del resto, la mancanza di legami sociali non può essere risolta mediante interventi governativi ma una maggiore consapevolezza della problematica può portare chi si riconosce nel ritratto a cambiare stile di vita.

Secondo quanto suggerito dagli studiosi americani, ad esempio, si può trascorrere la pausa pranzo insieme ad altra gente invece che consumare fugacemente un panino da soli, oppure iniziare una conversazione con un collega facendo un complimento, per incentivare una eventuale amicizia.

Colleghi e manager possono fare molto per alleviare la sensazione di solitudine

Certo è che la voglia di socializzare deve nascere da noi stessi e non può essere interamente rimessa all’ambiente di lavoro, tuttavia quest’ultimo può essere utile a favorire nuove conoscenze.

Gli ambienti lavorativi maggiormente benefici da questo punto di vista, secondo lo studio americano, sarebbero quelli con organizzazioni estese dove colleghi e manager possono intervenire quando notano che uno dei lavoratori sta scivolando nel blue mood.

Sembrerebbe che il rimedio migliore sia quello di condividere i successi con il team e di collaborare a progetti, anche se assegnati individualmente. Questo atteggiamento favorirebbe la coesione tra membri di uno stesso team, aumenterebbe l’autostima e, con essa, la voglia di socializzare.

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  • Professionista meticoloso e preparatissimo,e,cosa rara ,grande spessore a livello umano.
  • Lo studio legale mi ha permesso di risolvere i miei problemi nel minor tempo possibile efficienza e cuore nel lavoro che svolgono sono alla base di tutto e vi ringrazio ancora immensamente di tutto
  • Ho avuto modo di apprezzare e verificare la professionalità dell'avvocato Buccilli in diverse situazioni difficoltose. Quando nel 2021 decisi di vendere la mia casa per acquistarne una più grande, mi sono capitate numerose situazioni sventurate: iniziai comprando su carta un villino indipendente di 100 mq; l'agente immobiliare responsabile della vendita mi propose un ampliamento che si rivelò essere un abuso, abilmente orchestrato assieme al costruttore senza scrupoli - mancava di fatto la cubatura necessaria per la realizzazione dell'ampliamento; il costruttore andò lungo sulla data di consegna (oltre un anno di lavoro) creandomi problemi di alloggio e danni. In quel frangente conobbi Alessandro il quale riuscì a risolvere la situazione in mio favore. Dopo molte peripezie e con il morale a terra nel maggio 2023 comprai una villetta da ristrutturare; sembrava che le cose andassero finalmente per il verso giusto. Con mia amara sorpresa scoprii che la ditta incaricata della ristrutturazione invece della promessa squadra di operai inviava saltuariamente un paio di lavoratori extracomunitari che non parlavano italiano e che passavano il tempo a giocare al telefono. A nulla servirono le mie accese rimostranze nel confronti del direttore dei lavori - anche in quel caso Alessandro mi aiutò a uscire dal pantano. Verso giugno 2024 una nuova ditta e un nuovo direttore dei lavori ripresero il cantiere con la promessa di miracoli e la consegna fissata a dicembre 2024. Arrivati a gennaio 2025 con nemmeno il 50% dei lavori preventivati completato iniziai a rivivere la situazione sperimentata in precedenza - ritardi giustificati con le più incredibili fandonie, richieste di denaro a fronte di lavori non fatti e il rifiuto ostinato di fornire una data di consegna sostenibile - oltre alle ingiurie che il nuovo direttore dei lavori mi riversava contro durante quelle piazzate che costui osava definire "riunioni tecniche"; memore delle precedenti esperienze contattai prontamente Alessandro che attualmente sta tutelando i miei diritti; stiamo procedendo legalmente nei confronti dell'ultima ditta e del "direttore dei lavori"... . Ho deciso di riassumere questa odissea iniziata nel 2021 e ancora in essere oggi perché ci tengo a mettere in luce la professionalità con cui Alessandro mi ha tutelato e mi sta tutelando facendosi carico di situazioni davvero complesse, proponendomi strategie difensive che mi hanno difeso egregiamente, fornendomi consigli preziosi e orientati all'onestà intellettuale che solo un vero professionista del foro può dispensare. Consiglio vivamente a tutti quelli che stanno cercando un professionista integro e onesto di contattare Alessandro Buccilli, sicuramente farete la scelta migliore per tutelare i vostri interessi nei confronti dei numerosi (purtroppo) imbroglioni azzeccagarbugli di cui l'Italia è infestata.
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