Tweet del Ministro e la forma dell'Atto Amministrativo
Si è resa necessaria la pronuncia della VI sezione del Consiglio di Stato n. 769 del 12 Febbraio 2015 per chiarire che un tweet del Ministro non ha la natura di un atto amministrativo.
Grazie a questa sentenza ora possiamo dormire sonni tranquilli sicuri che twitter non pregiudicherà la nostra situazione giuridica amministrativa.
Purtroppo le difficoltà che si riscontrano dal 2010 in poi, con una progressiva "digitalizzazione di massa" incontrano problemi prima mai posti, come la natura di un commento su un social network.
In questa occasione vediamo la prima volta un giudice amministrativo maneggiare concetti di comunicazione social attraverso Twitter.
Chissà se si arriverà a depositare come prova presso il Tribunale dei Ministri le stampe dell'account twitter dei Ministri.
La domanda provocatoria è lecita, si può immaginare la gazzetta ufficiale della repubblica italiana su Facebook?
Se si, l'amministatore saprà chi ha preso visione del contenuto?
Se si, che conseguenze giuridiche si avranno?
Temi chiaramente provocatori che però richiamano l'attenzione a basarsi sulle sole fonti del diritto italiano.
L'uso delle Telecomunicazioni
Con il tempo, crescono sempre più i provvedimenti resi noti con ogni mezzo a disposizione, come ad esempio social ed email.
Questo è il caso GKN ed i 422 dipendenti “licenziati” tramite email.
Perchè se è vero che con la sentenza n.29753/2017 la Corte di Cassazione ha chiarito che “confermando che il licenziamento debba essere fatto in forma scritta, non significa che ci debba per forza essere una lettera o un documento cartaceo”, è anche vero che tale forma era prevista per il licenziamento individuale.
La recente sentenza del Tribunale di Firenze ha però annullato tale licenziamento collettivo, non tanto perché effettuato via email, ma perché mancante di un avviso tempestivo che permettesse ai sindacati di consultarsi e dialogare per trovare una soluzione alternativa.
Da ultimo si sta assistendo ad uso dilagato di ogni forma di comunicazione e licenziamento, anche tramite whatsapp.
Pare dunque evidente un monito: rivolgersi preventivamento ad uno Studio Legale.